Naked put: una strategia molto popolare

Vendita di put: il mercato non è un bancomat

Mai come in questo periodo ho sentito trader di ogni estrazione e ambiente parlare di opzioni.

E quando un trader che si è sempre occupato di altro si mette a parlare di opzioni, finisce immancabilmente per parlare di naked put.

Vendere put sembra che sia una strategia banale, che qualunque cretino possa applicare senza fatica e senza rischi.

La verità è che il mercato non regala soldi, e ci vuole scientificità in qualsiasi scelta strategica di trading.

la naked put non fa eccezione, anzi.

Short put base delta: il grande bluff

Quando si sente parlare un trader privo di una vera esperienza lo si riconosce dal tipo di approccio.

Se comincia a parlare di vendita di put a delta molto basso, è meglio guardare altrove.

Di short put a delta molto basso, tipo 10, o addirittura 5, si riempiono la bocca e le pagine dei propri siti internet soltanto i trader che non hanno ben chiaro il trade-off tra delta, rendimenti e rischi.

Perché a quei trader sfugge il vero comportamento statistico dei mercati.

Pensano di poter fare trading sulla base di probabilità presunte di successo senza nemmeno sapere da dove vengano fuori quelle probabilità, né tantomeno se siano affidabili o meno.

Non hanno idea di quanto è perché il delta sia una misura approssimativa delle probabilità di successo.

E non sono a conoscenza della lunga scia di trader falliti che quel tipo di approccio ha lasciato sul campo.

Naked put: è ora di avere un approccio serio alla questione

Come mio solito, ho voluto indagare a fondo le questioni relative alla vendita di put base delta, e ho scritto un lungo articolo, pubblicato nel numero di novembre dell’Accademy.

Sono partito con una idea molto chiara in mente: sappiamo tutti che il modello probabilistico sottostante il concetto del delta è sbagliato.

E il punto non è tanto capire cosa si possa fare per migliorare la lettura dei comportamenti del mercato, andando oltre il modello teorico.

Anzi, il punto è capire se negli errori del modello non si annidino vantaggi statistici per i venditori di opzioni.

Questa è la vera domanda.

Ed è proprio a questa domanda che ho voluto dare risposta.

Delta e vendite di put: dove gli errori del modello giocano a nostro favore

Ho preso una lunga serie storica dello SPY, circa trent’anni.

Ho analizzato la distribuzione dei rendimenti storici a venti giorni, a classi dello 0.2% (se non si raggruppano in classi di valori simili i rendimenti non si ha un grafico leggibile).

Ho creato l’istogramma delle frequenze e gli ho sovrapposto una distribuzione normale di media e deviazione standard pari a quelle della serie storica analizzata.

Ho evidenziato le aree nelle quali il modello teorico sovrastima o sottostima le probabilità reali.

E mi sono chiesto se nelle zone nelle quali il modello teorico sovrastima i rischi non si possa avere un vantaggio statistico dalla vendita sistematica di put.

Ma sono andato molto oltre, perché incorporando nell’analisi lo skew di volatilità implicita ho dimostrato come il vantaggio statistico di determinate scelte sia amplificato per via del comportamento tipico del mercato.

E ho anche dimostrato scientificamente l’inconsistenza della vendita di put a delta molto basso.

Il backtest compiuto su dati reali delle opzioni dal 2005 ad oggi mostra una equity line crescente.

Ma sarà tradabile?

Oppure c’è ancora molto lavoro da fare, perché ci sono forse spazi di miglioramento?

Questa è l’Academy.

Questo è il mio approccio scientifico al trading.

Niente è fatto in modo approssimativo.

Niente è basato sulle credenze popolari e sulle opinioni diffuse.