Trading on line e Casinò
Due attività che hanno molto in comune
L’editoriale del numero di febbraio di QuantOptions Academy
Qualche giorno fa, ho scritto un articolo in merito a come il trading on line sia molto simile al poker, per certi versi.
In effetti, questo vale sia che si faccia una qualsiasi delle due attività in modo serio o per puro divertimento.
Giocare a poker tanto per fare e fare trading per giocare in Borsa, infatti, sono più o meno la stessa cosa, e producono più o meno gli stessi risultati: si perde il capitale iniziale.
Destino molto comune ad una larga massa di trader improvvisati, che “ci provano”.
Trading on line come un Casinò: per la maggior parte di coloro che ci provano, il destino è segnato
Onore e gloria a loro, perché quando ho cominciato io non ero molto diverso da loro.
Credevo di saperne abbastanza da poter avere successo, perché avevo letto qualche libro, partecipato a qualche forum di discussione, e fatto un po’ di analisi di dati in Excel.
Ma in realtà ero un perfetto novellino.
E avevo una capitalizzazione molto bassa.
Troppo bassa, per uno che si lancia in una attività di trading su azioni senza leva.
Il mio destino sarebbe stato quello di perdere tutto, se non mi fossi reso conto subito che mi ero infilato in un gioco molto più pericoloso di quanto non pensassi inizialmente.
E quando ho iniziato io il trading era molto meno competitivo e tecnologico di quanto non sia oggi.
Se oggi io mi trovassi a partire con le competenze che avevo nel 1999, quando ho cominciato a guardare i grafici, non durerei nemmeno tre mesi: il mio destino sarebbe di perdere tutto in uno schiocco di dita.
Ma il trading on line, a differenza del Casinò, premia chi studia
Lo stesso destino che tocca, oggi, a tanti che pensano che basti appoggiarsi a qualcuno che “lo sa fare”, per risolvere tutti i mali del mondo.
Certo, c’è un fiume di pubblicità ingannevole, in questo settore, e c’è la tendenza generale ad ascoltare soprattutto chi urla più forte, chi la spara più grossa, chi riesce a convincerne di più.
Se posso essere brutale, molti se la cercano.
E il mio sarà un giudizio cattivo, forse, ma chi pensa di poter avere tutto per niente e che si possa smettere di lavorare per fare trading senza competenze, senza capitale, senza capire nulla e copiando passivamente qualcun altro, non avrà la mia compassione.
La rete oggi non perdona chi prende in giro il prossimo.
Non ci vuole molto ad informarsi e a capire se ci si può fidare di qualcuno, di un professionista, di un servizio, oppure no.
Saper selezionare le fonti: ecco un piccolo grande segreto del trading on line
Eppure, nemmeno così si è al sicuro, perché a volte capita anche di imbattersi in servizi che hanno giudizi molto positivi (non artefatti).
Ma tu sai, perché conosci il mondo del trading, che quei giudizi positivi vengono da chi ha provato il servizio e ha avuto la fortuna (non c’è parola più azzeccata di questa, in questo frangente) di non finire nelle code di una distribuzione di eventi.
Tu sai che è solo questione di tempo, ma loro no.
È questione di “quando”, non di “se”.
Perché le altre due cose che il poker e il trading hanno in comune, ma questa volta se l’approccio è serio, sono la necessità di saper calcolare le probabilità di successo ogni volta, e l’abilità di gestire al meglio il capitale.
La leva è la madre di tutti i disastri finanziari.
Soprattutto per chi ne fa un uso smodato senza conoscerne il potere distruttivo.
E se posso essere brutale un’altra volta, i casi sono due: neppure chi propone servizi di quel tipo sa che se le cose si mettono male andranno malissimo, oppure lo sa, come sa che il problema sarà di qualcun altro.