ETF tecnologici opzionabili
Nel numero di febbraio 2021 dell’Academy si è parlato di ETF tecnologici, con particolare focus sulle tecnologie del futuro.
Tecnologie che, soprattutto grazie all’intelligenza artificiale, stanno entrando nella realtà di quasi tutti i settori.
Con la pandemia c’è stata un’ impennata della domanda di hardware e di software, anche per andare incontro alla fortissima richiesta di prodotti al servizio dello smart working.
Ma quali strumenti possono essere impiegati per cavalcare questo “tsunami” di bisogni tecnologici?
Una via può essere quella degli ETF settoriali, che possono essere inseriti in portafoglio direttamente (se si è autorizzati a farlo) o anche indirettamente, attraverso le opzioni (laddove disponibili, ovviamente).
Negli ultimi anni, il mercato degli ETF è stato letteralmente invaso da una nutrita schiera di strumenti molto focalizzati su alcune branche produttive specifiche.
Non è difficile, in questo quadro, individuare veicoli di investimento adatti a tutte le esigenze, da quella più generica a quella più specifica.
Tra poco parleremo dei migliori ETF tecnologici che permettono di fare trading su alcuni sotto-settori molto focalizzati, coerenti con l’oggetto di questo articolo: le tecnologie del futuro.
ETF sulla tecnologia: XLK
Il primo ETF tecnologico opzionabile considerato è lo XLK.
Si tratta dell’ETF Technology Select Sector SPDR di State Street Global Advisors.
È stato il primo ETF quotato su questo settore e ad oggi ha una massa gestita intorno ai 43 miliardi di dollari.
Immesso nel 1998 ad un prezzo intorno ai 32$ per unità, è salito rapidamente fino ad un massimo relativo di circa 65.5$, battuto nel marzo del 2000, allorquando si è verificato lo scoppio della bolla dei titoli tecnologici statunitensi.
Le quotazioni sono quindi progressivamente scese fino ad un minimo storico di 11.72$ nel settembre del 2002.
Da lì è cominciata una lenta risalita.
Ci sono voluti oltre quindici anni per vederlo battere un nuovo massimo storico.
Si può dire che il vero trend rialzista di questo strumento è cominciato proprio nel 2015, e ha subito una forte accelerazione nel 2017.
Seppure con due correzioni profonde, una a fine 2018, l’altra ad inizio 2020, negli ultimi anni è salito perentoriamente.
Al 27 aprile 2022 veleggia un po’ al di sotto del massimo storico (circa 174$, raggiunto a fine 2021), in zona 140$.
Di seguito (vedi figura) il grafico riporta il trend di XLK negli ultimi cinque anni.
In merito alla sua composizione, giova osservare che incorpora titoli che rientrano unicamente nell’indice S&P500.
Non include, dunque, al proprio interno tutti i titoli tecnologici quotati sul mercato americano, bensì soltanto quelli a media e alta capitalizzazione.
In effetti, esclude anche alcuni titoli a media capitalizzazione, oltre a tutti quelli a bassa capitalizzazione.
Si tratta dunque di un ETF fortemente concentrato.
Una chiara scelta di campo, che lo rende uno strumento, oltre che molto liquido, dotato anche di una relativa stabilità e di una minore volatilità rispetto al comparto tecnologico globale.
Le opzioni su questo ETF seguono il ciclo trimestrale di marzo, e ad ogni momento sono disponibili sia le opzioni settimanali, per il trading di brevissimo termine, che le LEAPS (Long Term Equity Anticipation Securities) per quello di lungo termine.
Si tratta di uno strumento capace di ottime performance come anche di fasi negative marcate: dunque va maneggiato con prudenza.
ETF sull’innovazione: ARKK
Passiamo all’analisi dell’ETF sull’innovazione di Ark Investment Management, simbolo ARKK.
Emesso il 30 ottobre 2014, ad oggi ha una massa gestita intorno agli 11 miliardi di dollari.
Un po’ caro in termini di commissione di gestione, pari allo 0.75%.
Investe in aziende che studiano tecnologie capaci di innovazioni dirompenti, come l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, l’innovazione energetica, l’automazione e le nuove tecnologie finanziarie, blockchain in testa, ovviamente.
Include titoli di capitalizzazione variabile.
Il 36% circa del fondo è allocato su azioni di aziende farmaceutiche, il 29% su aziende di information technology e il 17% su aziende di servizi di comunicazione.
Come si può notare, le quotazioni sono rimaste in fase laterale per la maggior parte della vita del fondo, tra i 15 e i 23 dollari, nella prima fase dal 2014 al 2016.
Uno strappo rialzista avviato all’inizio del 2017 ha portato le quotazioni fino ad un nuovo massimo relativo in zona 50$, a metà del 2018.
Quindi si è creata una nuova fase laterale tra 35 e 50$.
A maggio 2020 il breakout definitivo, che ha portato rapidamente le quotazioni fino ad un massimo storico di quasi 157$ nel febbraio 2021.
Ad oggi, 27 aprile 2022, ha subito un forte strappo ribassista, soprattutto a partire da novembre 2021.
Ora si trova poco sopra i 50$ per unità.
Al contrario dell’ETF XLK, le quotazioni attuali di ARKK sono basse, quindi ora parliamo di uno strumento adatto anche a portafogli non molto capitalizzati.
La figura qui sotto mostra l’andamento grafico dell’ETF in oggetto.
ETF tecnologici sulla robotica: ARKQ
Questo ETF esiste soltanto dal 30 settembre 2014 e ad oggi ha una massa gestita di 1.4 miliardi di dollari.
Quotato al prezzo di 36.87$, ha raggiunto il suo massimo a quasi 100$ a febbraio 2021, apice dello strappo rialzista iniziato a marzo 2020.
Dopo una breve fase di discesa, si evidenzia un trend laterale tra marzo a dicembre 2021, intorno agli 80$ per unità.
Ad oggi, 27 aprile 2022, l’ETF ARKQ quota al prezzo di circa 57$.
Molto più ridotto dell’ARKK, presumibilmente è ancora troppo giovane per poter entrare nel portafoglio di molti istituzionali.
Ma per lo stesso motivo potrebbe diventare interessante in futuro, non appena raggiunta quella maturità tale da renderlo appetibile per i portafogli dei grandi gruppi.
Il paniere sottostante è costituito da aziende che lavorano nel campo dei veicoli a guida autonoma, nella robotica, nell’automazione, nella stampa 3D e nelle esplorazioni spaziali.
Si tratta di un fondo a gestione attiva.
L’andamento storico di ARKQ è riportato qui sotto in figura.
ETF sull’intelligenza artificiale: BOTZ e IRBO
ETF tecnologici legati alla robotica: BOTZ
Questo ETF è un fondo a replicazione passiva che cerca di eguagliare la performance del Global Robotics & Artificial Intelligence Thematic Index.
Comprende aziende attive nell’automazione globale e nella robotica.
Investe in compagnie che si prestano a trarre vantaggio dall’adozione della robotica e dell’intelligenza artificiale, ivi incluse quelle che si occupano di veicoli a guida autonoma.
Da marzo 2020 l’ETF BOTZ ha avuto un progressivo ma costante trend rialzista fino a novembre 2021, dove ha quasi sfiorato i 40$ per unità.
Ad oggi quota circa 24$ e questo lo rende appetibile per investitori di qualsiasi capitalizzazione.
La massa in gestione è comunque significativa: circa 1.7 miliardi di dollari.
Nella figura qui sotto si può vedere il suo andamento grafico fin dall’emissione, avvenuta nel settembre del 2016.
Ancora un ETF sulle tecnologie del futuro: IRBO
Questo ETF è emesso da Blackrock.
Si tratta di un fondo molto piccolo: la massa totale in gestione è di soli 287 milioni di dollari.
Il suo obiettivo è replicare la performance del NYSE FactSet Global Robotics & Artificial Intelligence Index.
Si compone di aziende operanti nei campi della robotica e delle intelligenze artificiali, quotate sia in mercati evoluti che in mercati emergenti.
Quest’ultimo fattore rappresenta chiaramente una ulteriore componente di rischio, che va tenuta in considerazione.
Il fondo è quotato dal 26 giugno 2018.
Quotato a 24.33$ per unità, ha segnato un minimo a 19.11$ nel marzo del 2020 e a febbraio del 2021 ha segnato un massimo storico di oltre 51$.
Ad oggi, quota a circa 29$ per unità.
Qui sotto (vedi figura) è riportato il grafico a barre settimanali di IRBO.
Come nel caso dell’ARKQ, sarà interessante attendere se anche questo fondo può diventare di interesse per i grandi investitori.
Se vuoi leggere articoli di questo tipo ogni mese, approfitta delle nostre analisi e strategie operative su stock options americane e su opzioni su ETF.
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