ETF farmaceutici
Parliamo di ETF opzionabili nel settore farmaceutico e biotecnologico
Nel numero di aprile 2021 dell’Academy si è parlato di ETF sul settore farmaceutico e sulle biotecnologie.
Il parco degli ETF in tali ambiti è molto vasto: ben cinquantadue strumenti sono quotati soltanto negli USA.
Di essi, tre sono di tipo «inverse», cioè replicano al contrario le performance dei rispettivi comparti di riferimento.
Altri cinque sono invece di tipo «leveraged»: l’idea però di mettersi in leva su un settore già di per sé estremamente volatile non è nemmeno da considerare.
Gli altri possono essere suddivisi in diverse categorie, tipicamente in funzione dell’area geografica di pertinenza e del segmento specifico di attività.
In termini di geografia si può scegliere tra China, Emerging Markets, Global o U.S.
In termini di segmento si può spaziare tra Health Care, Biotech, Pharmaceuticals, Medical Equipment, Providers & Services, Medical Research, Equipment & Supplies.
Ventuno sono gli ETF opzionabili e che hanno uno storico sufficiente per poter essere analizzati attraverso la piattaforma EzTradePort.
Soltanto undici, però, di questi fondi hanno AUM superiori al miliardo di dollari americani.
Mettendoli a confronto con lo SPY, quattro sono gli ETF che hanno fatto meglio: IHI, XBI, FXH e IHF.
Uno attivo nel campo Health Care Equipment & Supplies, uno nell’Health Care generico, uno Biotech e uno Health Care Providers & Services.
Sono però tutti fondi operanti su aziende statunitensi, quindi poco diversificati in termini di geografia.
ETF in ambito Healthcare
Nel numero di aprile 2021 vengono presi in esame tre ETF quotati in ambito Healthcare, uno per ogni tipologia di segmento: IHI, FXH e IHF.
IHI, del segmento Health Care Equipment & Supplies ed emesso da Blackrock, ha oltre otto miliardi di masse gestite.
Investe in compagnie che producono e distribuiscono dispositivi medici come scanner per risonanza magnetica (MRI), protesi, pacemaker, macchine a raggi X e altri dispositivi medici non usa e getta.
Ribilancia trimestralmente i componenti e si pone un limite massimo del 22.5% per singola società.
Questo limite può sembrare piuttosto elevato, a tal punto da portare questo ETF ad essere fin troppo concentrato, in alcuni momenti.
Si tratta quindi senza dubbio di un fattore di rischio da considerare.
Qui sotto (vedi figura) è riportato il grafico a barre settimanali di IHI a partire dall’1 maggio 2006.
Passiamo all’ETF sul comparto Healthcare generico
FXH, del segmento Health Care generico ed emesso da First Trust, ha quasi un miliardo e mezzo di masse gestite.
FXH è un fondo a gestione attiva, quindi cerca di ottenere extra-performance rispetto all’indice di riferimento.
Tiene traccia di un indice a più livelli, ponderato in modo uguale, di aziende sanitarie statunitensi a grande e media capitalizzazione.
Le partecipazioni sono selezionate e ponderate in base a vari criteri di crescita e valore.
Inoltre, FXH sottopesa i prodotti farmaceutici rispetto al mercato, ma consente un’esposizione significativa alle biotecnologie e ai fornitori di servizi sanitari. (fonte: etf.com)
Qui sotto (vedi figura) il grafico a barre settimanali riporta il trend di FXH a partire dall’8 maggio 2007.
Parliamo di ETF su Healthcare Providers & Services
IHF, del segmento Health Care Providers & Services ed emesso da Blackrock, è il più piccolo dei tre e ha una capitalizzazione di 1.3 miliardi di dollari.
Traccia un indice ponderato in base alla capitalizzazione delle società statunitensi che forniscono servizi sanitari.
Spazia un po’ su tutte le aziende in qualche modo legate alla fornitura di servizi sanitari, ivi incluse le compagnie di assicurazione sanitaria.
Questo segmento di nicchia esclude le società farmaceutiche che hanno una mano pesante nel più ampio segmento dell’assistenza sanitaria statunitense. (fonte: etf.com)
Nel complesso, le diverse partecipazioni di IHF forniscono una grande copertura completa dello spazio dei fornitori di assistenza sanitaria.
Qui sotto (vedi figura) è riportato il grafico a barre settimanali dell’ETF in questione a partire dall’1 maggio 2006.
ETF sulle biotecnologie
È stato preso in esame anche un quarto ETF quotato in ambito Biotech: XBI.
XBI è emesso dalla stessa azienda che emette lo SPY, State Street Global Advisors e ha poco meno di 7.5 miliardi di dollari di masse gestite.
Investe quasi esclusivamente in titoli statunitensi del settore biotecnologico, in pari misura.
Quindi pesa equamente anche azioni mid e small cap, riducendo così notevolmente il rischio specifico.
Questo ETF quota molto meno dell’IHI visto sopra, ma ha comunque un valore elevato, non adatto a portafogli di piccola, come anche media, entità.
È per questo che si può considerare uno spread verticale, con tutti i rischi del caso che andremo ad analizzare dopo.
Qui sotto (vedi figura) il grafico a barre settimanali riporta il trend di XBI a partire dal 31 gennaio 2006.
Strategie in opzioni su ETF sul settore farmaceutico
Si sono infine analizzate alcune idee operative in opzioni sfruttando le analisi probabilistiche della piattaforma EzTradeport.
Si è parlato di naked put, da farsi con molta prudenza per via dell’elevato controvalore dei lotti.
E si è parlato di credit put spread, per i quali si sono analizzate proposte operative il più possibile coerenti con i coni previsionali di traiettoria e con le aspettative di trend futuro.
Se vuoi leggere articoli di questo tipo ogni mese, approfitta delle nostre analisi e delle nostre strategie operative su stock options americane e su opzioni su ETF.
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